martedì 18 dicembre 2012

Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo




Il Quarto Stato è l’opera più conosciuta di Pellizza da Volpedo (Volpedo, 28 luglio 1868 – Volpedo, 14 giugno 1907) realizzato nel 1901, ed inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori.
Per il tema , le dimensioni e la sua storia, caratteristiche intrinseche di questo capolavoro. Possiamo dividerne la vita in due parti, la prima riguarda la genesi dell’opera, dal 1892 al 1901; quella successiva dal 1901 ad oggi.
Il quadro si può ritenere un’opera simbolo del XX secolo, rappresenta in primo luogo lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista, una tecnica che non si può definire derivante da un movimento ben preciso. L’opera raffigura una scena di vita sociale,lo sciopero, oltre a costituire in modo netto un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario(da notare le innovazioni anche per quanto riguarda le dispute di genere) anche una donna con il bambino in braccio. Il dipinto è il completamento del tema già ampiamente affrontato dall'artista in dipinti come Ambasciatori della fame, Fiumana e un bozzetto preparatorio del 1898, Il cammino dei lavoratori.
Il dipinto ha la caratteristica di rappresentare perfettamente l’idea di una massa in movimento che avanza verso chi guarda. L’idea è già chiara da subito nei tentativi precedenti dell’artista, ma il disegno molto abbozzato e una tecnica divisionista non sono del tutto soddisfacenti nei disegni preparatori. Inoltre, affinché il simbolo sia ben chiaro e riesca ad evocare  un messaggio a chi guarda, deve essere reale, rappresentare “ciò che davvero è”, ossia il vero Cammino dei lavoratori e non il fiume indistinto da cui prende il nome il quadro. È dall’elaborazione raggiunta nel Cammino dei lavoratori del 1899, che Pellizza realizzerà infine  il Quarto Stato concluso nel 1901.
Le figure, dai tre personaggi in prima fila fino agli ultimi nelle retrovie,  devono imporsi nel quadro con forza e dignità. E così vengono ritratti uomini del suo paese a grandezza naturale. Al della tela troviamo un uomo anziano, un lavoratore, una donna (la moglie di Pellizza, Teresa) ed un bambino. Nel tentativo di andare a fondo nell’analisi socio-politica del dipinto, possiamo definire che Il Pellizza pone in avanti le tre anime del socialismo, o, interpretazione più stravagante,  le tre età della vita. I piedi non sono allineati, poiché ciascuno ha il suo passo, le mani gesticolano, i volti si guardano e guardano chi osserva il quadro.
Nell’idea di Pellizza questo quadro, sintesi delle sue aspirazioni umane ed artistiche, avrebbe dovuto trovare presto un compratore, ma così non fu, tant’è che il pittore, poco riconosciuto in vita, morì nel 1907 suicida e il quadro venne venduto più di dieci anni dopo.
Per analizzare il “Quarto Stato”non bisogna dunque solo analizzare il suo tema, seppur pregnante di notevoli considerazioni, ma è anche  la sua tecnica, il suo autore, i suoi colori, la sua storia. Rappresenta la chiusura di un secolo e la fine della pittura di Accademia, un capolavoro di artista che ancor oggi è purtroppo spesso dimenticato come quadro ma è spesso utilizzato come gadget o come riferimento a un momento storico in cui le masse prendevano coscienza, una coscienza che oggi, nell’era del consumismo e della globalizzazione, stanno progressivamente smarrendo.

Per saperne di più:
Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo - Scotti Tosini Aurora, 1998, Edizioni TEA
Associazione Pellizza da Volpedo - http://www.pellizza.it/


Ruggero D'Amico

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